venerdì 16 dicembre 2011

I telegiornali

I telegiornali della sera riportano le dichiarazioni dei politici.
Il telegiornale non riesce a raccontare la realtà se non attraverso le lenti distorte del racconto dei politici. E da casa, la gente immagazzina nel cervello quelle notizie di terza mano e le fa proprie e pensa che la realtà sia quella cosa lì.
I telegiornali della notte dovrebbero essere più meditati, e invece fanno di peggio, riportano le notizie che i giornali del giorno dopo scriveranno, dopo averle apprese dagli stessi telegiornali, che hanno riportato le dichiarazioni dei politici e non i veri fatti.

(Livello di guardia – Natalino Balasso)

giovedì 15 dicembre 2011

Il ragno infelice

«C’è un tipo particolare di ragno che ha trovato un trucco infallibile per andare a caccia di formiche. Nel corso dell’evoluzione ha trasformato il proprio aspetto fino a rendere il suo corpo simile a quello di una formica. È un ragno ma sembra una formica, e così quelle poverette lo lasciano avvicinare, e lui se le mangia. Geniale no? »
«Si, ma non dev’essere un tipo felice, quel ragno. »
«Perché? »
«Perché la mattina si guarda allo specchio e vede una formica. Per poter mangiare, è costretto per tutta la vita a essere un altro, diverso da lui. »
«Non è forse quello che facciamo tutti? »
«Forse ha ragione»

(Livello di guardia – Natalino Balasso)

venerdì 23 settembre 2011

sabato 17 settembre 2011

Tutti i processi del premier. Meditate gente, meditate

Meditate qui

IVA

L’Iva è salita al 21% e i listini dei commercianti cambiano da oggi 17 settembre 2011. Tale variazione costerà in media 385 euro a famiglia e oltre ad un aumento delle tasse comporterà anche un effetto moltiplicatore sull'aumento dei prezzi per via delle imposte aggiuntive nei vari passaggi di un prodotto o servizio. A rimetterci sarà prevalentemente l'ultimo anello della catena: il consumatore!

domenica 11 settembre 2011

Porzioni consistenti della propria vita

"Deserti pensa che ognuno di loro passa porzioni consistenti della propria vita ad assorbire immagini e suoni da un televisore, assimilando nomi e facce e modi di fare con attenzione intermittente ma comunque più intensa di quella che dedica alla propria vita reale" Andrea De Carlo - LEIELUI

giovedì 16 giugno 2011

Il corpo delle donne

Pier Paolo Pasolini aveva capito in anticipo che la televisione stava per distruggere la poetica potenzialmente espressa dal volto umano. Pasolini aveva un senso acuto della realtà del volto umano, come luogo d'incontro di energie ineffabili che esplodono nell'espressione, cioè in qualche cosa di asimmetrico, di individuale, di impuro, di composito, insomma il contrario del tipico. Che ne è dei volti delle donne? E del femminile espresso da ogni volto nella sua unicità…? Invecchiando io rivelo il mio carattere dove per carattere devo intendere tutto il vissuto che ha plasmato la mia faccia. Che si chiama faccia perché la faccio proprio io con le abitudini contratte nella vita, le amicizie che ho frequentato la peculiarità che mi sono data, le ambizioni che inseguito, gli amori che ho incontrato e che ho sognato, i figli che ho generato. “Onora la faccia del vecchio” è scritto nel Levitico; è infatti un dovere del cittadino rendere pubblica la propria faccia e non nasconderla come oggi consentono gli interventi chirurgici non è da poco infatti il danno che si produce quando le facce che invecchiano hanno scarsa visibilità, quando esposte alla pubblica vista sono soltanto facce depilate, truccate, rese telegeniche per garantire un prodotto sia esso mercantile o politico” (Lorella Zanardo)

lunedì 13 giugno 2011

Storie


Ci sono storie che durano anni e in questi anni magari ci s'innamora e disamora. Alcuni smettono di amarsi, ma rimangono comunque insieme. Altri decidono di lasciarsi, ma per farlo hanno bisogno di tempo. Prima cercano di capire se sono veramente sicuri, o se è solo una crisi passeggera. Se poi alla fine si convincono che è veramente finita, devono comunque trovare il modo di farlo, trovare le giuste parole per lenire il dolore. Ci sono persone che su questo punto possono anche perdere mesi, a volte addirittura anni. C'è anche chi ci ha perso una vita e quel passo non l'ha mai fatto. Molti non riescono a lasciare, semplicemente perché non sanno dove andare, oppure perché non riescono a sopportare l'idea di essere i responsabili del dolore dell'altro. Un dolore intenso, che può provare solo qualcuno con il quale abbiamo vissuto in intimità. Si ha la convinzione che un dolore improvviso sia troppo forte e faccia maggior danno di un dolore più piccolo, ma dosato giorno dopo giorno.
Questi rapporti vanno avanti anche se chi sta per essere lasciato lo ha già capito. Perché preferisce far finta di niente. Quando nessuno dei due è in grado di affrontare la situazione, il meccanismo si inceppa. Entrambi sono sopraffatti dalla propria incapacità e da quella dell'altro. Allora, prendono tempo. Perdono tempo. Sfiniscono il tempo.
La persona che sta per essere lasciata quasi sempre diventa più affettuosa, più gentile, più consenziente; non capisce che in questo modo peggiora la situazione, perché qualsiasi persona troppo accondiscendente perde fascino. Più si ritarda, più la vittima diventa debole.
C'è anche chi rimanda nella speranza che l'altro faccia un passo falso, un errore, manifesti anche solo una piccola debolezza per potersi aggrappare a quella e usarla come scusa per non sentirsi carnefice.
A volte anche quando non ci si ama più e ci si rende la vita impossibile a vicenda si continua a essere gelosi. E non ci si lascia solo per impedire ad altri di avvicinarsi.
Sono tanti i motivi per cui si resta insieme. Magari in una storia di cinque anni si è stati innamorati e ci si è amati solamente per due, o tre, o quattro. Per questo la qualità di una storia non può essere misurata dalla durata. Non conta il quanto, ma il come.
La storia con lei è durata tre anni e io credevo di averla amata per più di quattro. Pensavo che il mio amore fosse strabordato dal tempo della nostra storia. Sono stato convinto, fino a poco tempo fa, di averla amata in silenzio anche in questi due anni che non era più con me. Poi ho capito che non la amavo semplicemente perché non ero in grado di farlo. Perché io sono sempre stato una persona distaccata. Non ho mai provato veramente l'amore, non facevo altro che immedesimarmi nelle emozioni altrui, come un attore fa con un personaggio. Ho sempre pianto al cinema, o vedendo un cane che zoppica, o per un lutto, o per le disgrazie sentite al telegiornale. Forse è tipico di chi non sa amare veramente.
Il mio amore in realtà era una recita. Sentita, ma comunque una recita. E non mi accorgevo nemmeno di farlo. Non facevo finta di amare con lo scopo di ingannare. Non le ho detto "ti amo" sapendo che non era vero. Anch'io ero tradito da me stesso, anch'io pensavo di amarla veramente. E nei tre anni passati insieme credevo di essermi innamorato di lei almeno due o tre volte. (Tratto da: "Il tempo che vorrei" di Fabio Volo)

lunedì 30 maggio 2011

Obiettivi

Il fatto di avere degli obiettivi che una volta raggiunti gratificassero il loro ego, rendeva i ragazzi senza dubbio più volenterosi e attivi ma alla lunga questo tipo di movente è distruttivo. Qualsiasi sforzo abbia come obiettivo finale l’autoglorificazione è destinato a concludersi in un disastro, infatti ora ne contiamo le conseguenze.
Quando si prova a scalare una montagna per dimostrare la propria bravura, è raro che si arrivi alla vetta. E anche se ci si arriva è una vittoria ben meschina. Per consolidarla bisogna continuare a misurarsi incessantemente, condannati ad aderire ad una falsa immagine di se, ossessionati dalla paura che l’immagine non sia vera e che qualcuno lo scopra. La risposta è che ognuno deve fare il proprio percorso per se, neanche per raggiungere una meta ma per goderne durante il cammino.
- "Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta" - Robert Pirsig

Il mio primo tentativo di "Tilt-Shift"

Romanticume tecnologico ;-)

mercoledì 6 aprile 2011

Il difetto

Il difetto ti rende unico! Del resto, i grandi supereroi dei fumetti non nascono tutti da un difetto iniziale che si trasforma poi in un punto di forza?

lunedì 24 gennaio 2011

La madre al figlio (di Langston Hughes)

Bene, figliolo, te lo dirò:
la vita per me non è stata una scala di cristallo.
Ci furono chiodi
e schegge
ed assi sconnesse,
e tratti senza tappeti sul pavimento
nudi.
Ma per tutto il tempo
seguitai a salire
e raggiunsi i pianerottoli,
e voltai angoli
e qualche volta camminai nel buio
dove non era spiraglio di luce.
Così, ragazzo, non tornare indietro.
Non fermarti sui gradini
perché trovi ardua l'ascesa.
Non cadere ora
perché io vado avanti, amor mio,
continuo a salire
e la vita per me non è stata una scala di cristallo.

Lasciatemi volare

Perché questo bambino leggere non sa?
Scrive così male e parla se gli va?
Se delle tabelline ne fa una malattia,
Forse il suo problema si chiama Dislessia.

È intelligente, ride, scherza con i suoi amici,
ma i professori son per lui soltanto dei nemici.
La fantasia non manca, sa sempre cosa fare,
ma non gli devon chiedere di leggere o contare.

Le B e le D per lui son palloncini colorati,
che una volta in cielo si scambiano intrecciati.
Le P e le Q fan sempre come cavolo gli pare,
dovunque lui le metta non si fanno più trovare.

Poi suona la campana e finisce il suo dolore,
ora il giovane fanciullo si trasforma in un eroe.
Niente ali ne mantello per il timido oratore,
che con mani e pianoforte mostra a tutti il suo potere.

In quegl'88 tasti l'infinito sa trovare,
nessuno sa perché ma non lo devi interrogare.
Un dito sopra un tasto e lui accende la magia,
decide tutto lui, B D P Q son roba sua.

Un Dio sulla tastiera, un estraneo sopra un libro.
Raggiante sul suo piano, sul banco sempre tetro.
Perché, gli chiedon tutti, non hai voglia di studiare?
Forse è solo perché non gli permetton di volare. 
   
(Poesia di: Lorenzo)

giovedì 13 gennaio 2011

Clamorosa sconfitta per l'Italia

Il PDL cambia nome in Italia: alle prossime elezioni si potrà esclamare "Clamorosa sconfitta per l'Italia" e, qualsiasi sarà il risultato, l'affermazione sarà giusta !!